Thursday, March 5, 2009

My new column -- in Italian

Monument to the Holocaust, Buehl. Photo (c) Ruth Ellen Gruber

I've started writing a brief commentary/column for the web site of the Union of Italian Jewish Communities -- moked.it.

The editor asked me to "read" or "read into" one of my photographs -- or another image -- each week.

I started with a picture I took last month in Buehl, Germany (when I was there for a conference on Bluegrass Music) of the monument marking the spot where the synagogue stood before it was destroyed on Kristallnacht. Today, an Italian ice cream parlor stands there. I used the picture as a peg to discuss (very briefly) German commemoration of the Shoah.

Nel cuore di Buehl, una piccola città tedesca non lontano da Baden-Baden, si gusta gelato italiano sul posto dove per più di 110 anni sorgeva la sinagoga. Fra i tavolini davanti al "Eis-cafe Italia", così come in tante altre città e cittadine tedesche, un monumento molto semplice fa parte ormai dell'arredo urbano, che segna e forma il tessuto vivente del luogo. Memoria quotidiana, dunque. Memoria di oggigiorno (come i monumenti ai caduti di guerra che sono disseminati in ogni cittadina italiana). Per i curiosi, per chi si ferma a leggere, il monumento informa che fino al 10 novembre 1938, la famigerata Notte dei Cristalli, si trovava lì una sinagoga costruita in 1823. Sul suo sito web, lo Yad Vashem ha un filmato che mostra la sua distruzione. Il filmato fu girato da un pompiere, un vigile del fuoco, un amatore che girava i film per hobby. Secondo lo Yad Vashem, voleva "catturare il lavoro dei suoi collegi", mostrali mentre controllavano il fuoco in modo che distruggesse soltanto la sinagoga e non gli altri palazzi intorno. Un anno fa, parlando i occasione del Giorno della Memoria in Germania, l'ex ambasciatore di Israele Avi Primor si è posto una domanda: "Dove nel mondo si è mai vista una nazione che costruisce monumenti alla sua propria vergogna?".

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